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Giuda

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Anna Moro
Recensito in Italia il 15 dicembre 2024
Autore imperdibile. Libro da leggere.
eugenos
Recensito in Italia il 31 luglio 2021
Ho particolarmente apprezzato il modo di scrivere. La capacità di descrivere personaggi, situazioni in un modo quasi pittorico. Affreschi che si delineano nel percorso della trama. Trama che si sviluppa su tre fronti: la nascita dello stato di Israele, la visione del Cristo da una prospettiva ebrea e il complesso rapporto fra il protagonista è la famiglia che l'accoglie con le implicazioni amorose-erotiche con Atalia.Il risultato è un romanzo lento, ma nel senso positivo del termine, che lascia spazi al pensare. Non colpi di scena o azione. Lento progredire in un’atmosfera grigia nebbiosa e piovosa di Gerusalemme. Insomma, alla fine a me è piaciuto. Un ottimo libro.
LD
Recensito in Italia il 11 maggio 2019
Un bel romanzo ambientato in una Gerusalemme dai toni scuri. Un' occasione che riflettere credenti e non credenti.
anna Cliente
Recensito in Italia il 23 settembre 2017
In giornate di ‘ inverno primaverile’, a Gerusalemme, in una ‘amabile luce invernale di pini e di pietra’, si sviluppa il romanzo, durante quattro mesi di vita di Shemuel Asch: il giovane ha lasciato gli studi universitari in seguito al tracollo finanziario del padre, che non può più mantenerlo, e si trasferisce per un lavoretto (compagnia ad un anziano in cambio di vitto e alloggio), in una casa modesta, in vicolo Rav Albaz, in attesa di non si sa quale futuro.Nella casa, con un giardino dove si ode ’un silenzio bagnato’, vivono Gershom Wald e la nuora Atalia, vedova con cui Shemuel intesse una specie di amore, (il figlio dell’uno e sposo dell’altra, Mikah, è morto in uno degli scontri arabo-israeliani). Essi sono i personaggi principali di questa tranche de vie, ma ha un ruolo importante anche il ricordo, fra e dentro quelle mura, di Shaltiel Abrabanel, il padre di lei, ormai morto, che ha lavorato a lungo con ruoli importanti in seno all’Agenzia Ebraica, difendendo una teoria (fondare due comunità, non due paesi in guerra) diversa da quella che poi la storia ha sancito fra i due popoli, e poi dichiarato ‘traditore’ dai contemporanei.Tante parole dette e tante scritte, riflessioni e indagini, leggiamo in presa diretta o ci vengono riferite, sul pensiero di Abrabanel e sul suo presunto ‘tradimento’, e si intrecciano con il tema del tradimento di Giuda, (antico apostolo ma anche metafora dell uomo moderno): Shemuel, prima di lasciare l’Università, stava lavorando a una tesi sul cristianesimo dal punto di vista ebraico, e su una nuova interpretazione di Giuda, ‘il più fervido credente’.Mentre il romanzo dispiega questi temi, non sono da poco anche alcune lettere, inviate a S. dal padre e dalla sorella, che cercano di spingere il nostro giovane amico a riconquistare una più efficace svolta di vita.Mi fermo qui, i temi sono tanti e scritti e/o evocati in modo magistrale.Aggiungo solo quello della crudeltà di Dio stesso (‘non saremo certo stati cacciati dall’Eden per colpa di una stupida mela...’)e, insomma, della sofferenza dell’uomo, antico e moderno. Wald sa che ‘tutti stiamo ad occhi chiusi, e se li aprissimo ci sfuggirebbe un urlo continuo’.Quei primi quattro mesi terminano, con varie vicende, e Shemuel ancora va, nonostante tutto, sia pure con cautela, e si pone domande.Capolavoro consigliatissimo.
Dorothea
Recensito negli Stati Uniti il 21 dicembre 2016
An acquired taste, Oz never lets you down. Ideas are proposed, challenged, brilliantly and entertainingly.The life of the mind and also a life of the body, Ample, generous ,charming, A nurturing experience,
Livia St.Florian
Recensito negli Stati Uniti il 19 settembre 2015
A fantastic book! I hope it will soon come out in English.
Carlo Cattivelli
Recensito in Italia il 1 luglio 2015
Quelli che ‘in questo libro non succede niente’ è meglio che si astengano: in ‘Giuda’ l’azione in pratica non esiste, visto che fra le sue pagine scorrono soprattutto fiumi di parole che accompagnano e a volte creano atmosfere o sensazioni che sono all’origine delle appena percepibili evoluzioni dei personaggi. Shemuel è un giovanottone senz’arte né parte al quale di colpo casca il mondo addosso: la fidanzata lo molla per sposarsi con una vecchia fiamma e la famiglia fa bancarotta, costringendolo a interrompere gli studi. Accantonata l’idea di fare il pioniere (l’azione si svolge in Israele alla fine degli anni Cinquanta), trova impiego come uomo di compagnia ad un anziano malato che vive in una silenziosa casa ai margini della città: un vecchio colto e logorroico che inonda chiunque di chiacchiere. In materia, Shemuel in materia non è un principiante e svolge il compito di buon grado, ma, pur non venedo mai meno ai suoi doveri, si fa presto irretire da Atalia, affascinante e matura padrona di casa: il romanzo racconta i quattro mesi di convivenza dei tre durante un piovoso inverno a Gerusalemme, disvelando a poco a poco i misteri che paiono avvolgere l’abitazione. Misteri che si rivelano essere una cappa di dolore inespresso (inesprimibile?) per la perdita del figlio di lui che è stato anche il marito di lei: tutto quanto accade a Shemuel ruota in un modo o nell’altro attorno a questo ricordo, compresa la complessa figura del padre della donna, morto con fama di traditore perché amico degli arabi e convinto oppositore dello Stato ebraico. In lui si catalizzano gli altri due grandi temi: l’eterna ferita del rapporto tra palestinesi e israeliani e il tradimento che può essere visto in un’accezione positiva se visto dalla prospettiva della rottura degli schemi. Alla meditazione sul tradimento il protagonista arriva attraverso la figura di Giuda che ruba pian piano la scena nella sua tesi (lasciata in sospeso) su Gesù visto dagli Ebrei, tanto è vero che il titolo originale è ‘Il Vangelo secondo Giuda’: una variazione di prospettiva sull’Iscariota come strumento indispensabile in cui l’apostolo diventa per troppa fede vero motore della passione. L’argomento è sviluppato in pagine che sanno mischiare l’erudizione a una grande capacità narrativa, ma non prevaricano mai e anzi si fondono con le riflessioni politiche e gli sviluppi personali, per non parlare delle improvvise aperture descrittive che si fanno largo nel comuqnue denso procedere come gli squarci di sereno nel cielo quasi sempre imbronciato che grava sulla storia. Come quasi impercettibile è l’evoluzione dei personaggi, così con lentezza si dispiega la scrittura dell’autore, finendo quasi per avvolgere chi legge con un ritmo leggermente ipnotico: a ciò contribuiscono le frequenti ripetizioni degli stessi concetti (la camminata protesa in avanti di Shemuel, la cura della sua lunga barba oppure la pappa di Sarah De Toledo sono solo alcuni esempi delle situazioni che si conficcano nella memoria) che finiscono per stare a metà strada tra il ritornello e la formula magica. Il risultato è un romanzo complesso che, tra dissertazioni divaganti e sentimenti espressi sottovoce, chiede al lettore un certo impegno, ma che sa senza dubbio ripagarlo: se poi il libro riuscisse a mantenere anche nella parte finale (guarda caso dove la politica si fa più sentire) il mirabile equilibrio della prima metà, la soddisfazione sarebbe ancora maggiore. In perfetta sintonia è invece la conclusione che regala la stessa sensazione di una musica che si va lentamente spegnendo mentre una breve parentesi nella vita dei personaggi si chiude senza rimpianti o quasi. Falso movimento?
marina Ergas
Recensito negli Stati Uniti il 8 maggio 2015
I was expecting more
Luiz H.S.de Vasconcellos
Recensito negli Stati Uniti il 28 febbraio 2015
Amós Oz at his best! No one interested in the history of religious conflicts should postpone reading Judas. Besides, Amós Oz is incomparable... try it!
Francesco
Recensito in Italia il 18 aprile 2015
Bellissimo romanzo;molto interessante l'intreccio dei tre filoni narrativi: la storia di Giuda, la storia dello stato d'Israele, la storia personale del protagonista, Istintivamente mi ha fatto pensare a "Il maestro e Margherita" di Bulgakov, straordinario romanzo letto più di 40 anni fa, di cui mi colpì moltissimo il legame tra i personaggi e la vicenda del processo a Gesù che sembrava svolgersi contemporaneamente alle vicende della Russia anni '30. Anche lì c'era un personaggio storico, Ponzio Pilato,di cui si scandagliava la psicologia per arrivare a conclusioni diverse dalla tradizione.L'intenso e struggente romanzo di Oz, con la sua scrittura lineare e minimalista, mi ha fatto venire il desiderio di rileggere Bulgakov.....vi farò sapere!
Francesca Manfredini
Recensito negli Stati Uniti il 5 novembre 2014
Amoz oz has a lot to say and a lot he manages to say through his fascinating characters each having some kind of a mission to talk, some talk a lot , some talk less, some talk unheard, and there they go : the ME dreams or utopia, Jesus as seen by the jews, and then Judas, very believably portraied in a bright new light as the only real sophisticated and believing apostle , All this dispersed with a subtle light and amiable irony that is there but maybe not, will we ever know? A great great book.