è vuoto
è vuotoP.L. Cartia
Recensito in Italia il 5 febbraio 2020
Se si cerca un romanzo ricco di azione, colpi di scena, battaglie spaziali ecc. non conviene leggere questo.In effetti, il libro fa esattamente quello che dice il titolo: descrive un lungo viaggio, fatto di episodi spesso autoconclusivi, uniti dall'unico filo della "missione" che poi si risolverà in pochissima azione e senza particolari colpi di scena.Nel mio caso, questo libro occupa lo stesso ruolo di una simulazione tipo ponte ologrammi di Star Trek (ricreare le proprie ambientazioni preferite semplicemente per passarci il tempo) o un sogno ad occhi aperti.Ho apprezzato in particolare lo SCENARIO: le specie aliene, gli umani del futuro, l'Universo in generale. Sotto questi aspetti lo considero molto superiore a quasi tutta la fantascienza che ho letto/serie che ho seguito. Gli alieni, per esempio, non sono quelli tipici di tante space opera, praticamente umani in tutto tranne per qualche disegnino sulla pelle verde o qualche bernoccolo sulla fronte, anche se non sono "troppo" alieni (tipo quelli del film Arrival – cosa che apprezzo moltissimo, ma appunto in altri tipi di storie). Hanno una fisiologia, e soprattutto una cultura, molto più interessanti di quelle di tante altre storie che ho letto/film che ho visto.Gli umani sono (finalmente) un po' più realistici del solito, una specie giovane che sta cominciando a progredire e non occupa certo un ruolo importante nella comunità galattica. Sono realistici nella loro varietà di provenienze e culture, nella loro storia, e soprattutto nelle scelte fatte, adeguate ai luoghi e ai tempi in cui vivono. In altre parole, molti elementi sono un'ESTRAPOLAZIONE delle situazioni presenti e non la solita fotocopia dei popoli e della situazione di oggi che serve solo a farci "riflettere" sui vari aspetti della nostra società. Ci sono NUOVI luoghi da esplorare, modi di vivere e condizioni, e quindi NUOVE culture (per esempio, si accenna a sottoculture perlomeno interessanti, dai "Gaisti" ai "Modders").Un'altra cosa che ho apprezzato è il rapporto tra i personaggi, e in particolare la storia di Ohan e della sua/loro cultura (purtroppo non approfondita come avrei voluto. Ma pare che di recente sia stato scritto un racconto incentrato proprio su quella specie).Insomma, è il classico libro che a me piace rileggere proprio per esplorare determinate idee o soffermarmi in certe atmosfere. Non brilla invece per una trama avvincente o per la "risoluzione" del (mancato) conflitto.
Capricorno52
Recensito in Italia il 18 aprile 2019
Il romanzo è il primo della serie Wayfares , appartiene al genere FS “Viaggio interstellare “ rivisto in chiave contemporanea, in questo volume l’autrice ci racconta la vita quotidiana del pittoresco e variopinto equipaggio della nave creatrice di Wormhole Wayfarer attraverso uno stile di scrittura pacato e colloquiale aiutato dalla struttura del libro in capitoli simili a piccole icone autoconsistenti inserite in una cornice piu’ ampia , il viaggio verso il pianeta Hedra ka. Ovviamente largo spazio è dedicato alla descrizione fisica e psicologica ed alle introspezioni, nonché alle relazioni , di taglio “politicaly correct”, fra i componenti l’equipaggio composto da razze umane e aliene di sesso e cultura diverse.Realistiche le ambientazioni dell’ astronave, la lettura del libro è scorrevole , ma appassiona poco , quasi assenti scene d’azione.In conclusione un libro consistente per volume di pagine che si fa leggere ma che suscita poche emozioni
Plinsky
Recensito in Italia il 6 agosto 2018
davvero un bel romanzo, ricco di personaggi e situazioni interessanti. Un po' forzata e lunga tutta la digressione sulla società aandrisk, sorta di comunità hippie aliena, appesantisce un po' una storia peraltro scorrevolissima. Ottima tutta la parte finale e l'approccio all'IA, anche se non nuovo. consigliato? Sì.
Cliente Kindle
Recensito in Italia il 12 agosto 2018
Questi sono i viaggi dell’astronave Wayfarer… No, non è Star Trek, ma ci si avvicina molto, anzi forse è persino meglio. E questo, detto da una fan della serie TV di fantascienza più famosa al mondo, dovrebbe essere abbastanza significativo. In realtà la storia è piuttosto semplice e verte intorno all’equipaggio di una nave spaziale costruita per creare tunnel spaziali che consentano il passaggio immediato da un capo all’altro della galassia. Rosemary è l’ultima arrivata in seno a un equipaggio composto sia da umani che da altre specie, inclusa un’intelligenza artificiale molto particolare. Sarà un viaggio avventuroso in un mondo che ha trovato da poco la pace, ma ai cui confini sussiste ancora un grande conflitto armato in cui la Wayfarer verrà coinvolta suo malgrado. Caspita, questa sì che è fantascienza, vera fantascienza spaziale, con specie aliene originali e affascinanti. È un libro davvero incredibile, così ricco di invenzioni e di dettagli di una precisione tale da lasciare sbalorditi. L’autrice è stata in grado di creare tutta una serie di razze aliene, con la loro cultura, il loro modo di vivere, le loro idiosincrasie, le tradizioni familiari, l’allevamento della prole e perfino le loro abitudini sessuali. Lo si potrebbe definire un grande affresco galattico, ma la cosa più sorprendente è che non ti stancheresti mai di leggerlo, non tanto per l’azione o la suspense - che ci sono, sì, ma molto ben equilibrate con tutto il resto - quanto per come l’autrice è stata capace di far sorgere mano a mano davanti ai tuoi occhi pieni di meraviglia un intero universo, ricco di dettagli avvincenti. Non pensavo di potermi appassionare tanto a questa sorta di trattato sociologico inter-specie, ma è veramente una delle letture più affascinanti e interessanti che mi sia mai capitato di fare. Se questo romanzo ha qualche difetto, io non sono riuscita a trovarlo. Solo una cosa avrei voluto in più: qualche schizzo delle varie specie di alieni, perché è vero che sono descritte benissimo, ma un disegno avrebbe reso il tutto ancora più chiaro. So che la fantasia individuale è il miglior pittore che uno possa desiderare, ma un piccolo aiuto da parte di chi scrive qualche volta può far comodo. E mi è rincresciuto tantissimo arrivare alla fine, perché ero così presa dagli sviluppi della storia e di tutte quelle molteplici civiltà, che avrei voluto che non finisse mai. Dato che ho amato tutto di questo libro, dalle situazioni ai personaggi, vorrei tanto che l’autrice ne scrivesse un seguito - anche con personaggi diversi, perché quello che conta in questo caso è la cornice - e mi piacerebbe vedere come si evolve la situazione in questa popolatissima galassia. Davvero fantastico!
Pierluigi Selvatici
Recensito in Italia il 8 novembre 2018
Cercavo un romanzo di fantascienza con una visione nuova e ho trovato questo, un lungo viaggio in una galassia diversa non umano centrica con decine di razze diverse, un viaggio corale attraverso gli occhi e i cuori dell'equipaggio della nave trivellatrice, senza guerra e tragedie a spingere gli eventi e con molte idee interessanti, anche fuori degli schemi, e alcuni punti di vista che vale la pena approfondire. Notevole
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